Pretty in pink

13:49

Banalmente tradotto in Bella in Rosa (che di traduzioni di titoli in italiano non parliamone va, che è meglio). Film del 1986 e io non avevo ancora avuto occasione di vederlo. Me ne vergogno, ma ora ho rimediato e devo dire che ne sono felice.
Pellicola di John Hughes, è uno di quei film di cui ti affezioni subito, in cui la protagonista ti mette subito a tuo agio e un po' ti rivedi in lei (anche se pensi che forse tu non ti saresti vestita così). Lei è Molly Ringwald e i suoi capelli corti e le labbra rosse naturali ti catturano all'istante, assieme ad uno sguardo forte e ad un carattere di quelli che non dimentichi facilmente. La Audrey Hepburn degli anni ottanta, qualcuno ha detto.
Ma non voglio parlare tanto della trama del film,quanto del finale.
In fondo è dell'86, l'avrete visto. E chi non l'ha visto smetta di leggere se non vuole rovinarsi la fine, oppure continui e poi decida se vederlo o meno.


Si tratta di scelte.
Fatte male, secondo me. Per quanto brillante possa essere Andie (la protagonista), alla fine sceglie il belloccioslashricconeslashsuperpopolareslashfigliodipapà.
Sono scelte.
Che negli anni '80 questo tipo di film prevedesse come regola di forma anche questo tipo di finali è abbastanza naturale, dato che sono stati proprio questi finali scontati a dare il via a tutta una serie di storie che si sarebbero conlcuse nella maniera opposta. Ovvero, il belloccio perde, l'amico d'infanzia vince.
Insomma, la cantavano anche gli 883 sta cosa, che se sei amico di una donna non ne combinerai mai niente, mai lo vorrai, rovinare un così bel rapporto! Na na na na na na na naaaaaa.
E negli anni '90, tra l'altro, ancora lì radicata sta storia: l'amico perde, il belloccio vince.
Ci posso anche trovare la morale, se mi sforzo:
  • Lei: povera, reietta, diversa, fuori dal coro, polemica, che si mette in discussione, che si veste con vestiti homemade, che ascolta gli Smiths e che non vuole avere a che fare con i "figli di papà", ma, suo malgrado, di uno se ne innamora.
  • Lui: bello, intelligente, ricco, dolce, romantico...

Insomma due mondi che si incontrano. Si scontrano. E alla fine si amalgamano perfettamente.
Bello.
Ma non vi sentite nemmeno un po' in colpa per il povero Duckie?
  • L'altro: simpatico, divertente, alternativo, che non segue la moda, che ascolta anche lui post-punk e new wave, autoironico, che ti urla una serenata con tanto di balletto, che è sempre stato innomorato della sua migliore amica di sempre...
Sarà che io personalmente amo questo tipo di personaggio.
Voglio dire, grazie al cielo che più avanti questi personaggi hanno iniziato a vincere!
Io non ci credevo finchè non ho visto vicino a Joey, su quel divano, un Pacey tutto sorridente. E faccio solo questo esempio. Anche lui tra l'altro se n'era reso conto:
"Pacey: Well I have it on pretty good authority that my rough charms don't really register on her rarefied romantic palate. I mean lets face it, I've got Duckie written all over me.
Jen: Duckie?
Pacey: Yeah. Duckie, Molly Ringwald's best friend from Pretty in Pink. The guy who definitely doesn't get the girl.
Jen: Yes, but he makes the girl feel good about herself. He does...he stands by her through innumerable fashion emergencies, he even humiliates himself by lip syncing in a public place and he takes her to the prom.
Pacey: Where she promptly dumps him for another guy."
Il finale perfetto avrebbe visto lei rendersi conto di quanto perfetto sia Duckie nonostante le sue imperfezioni, e non seguire la perfezione a prescindere. Mollare il belloccio al prom e scappare con l'amore della sua vita.
Troppo facile innamorarsi del belloccio e troppo difficile riconoscere il fascino del vecchio amico.
L'unica discolpa sta nel fatto che Andie è rappresentata come una ragazza che sa il fatto suo. Sa quel che vuole e alla fine lo conquista. Peccato non si sia resa conto che in realtà quel che voleva era Duckie. Insomma, finali poco perfetti, per film che lo sarebbero stati.


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